Un giorno Albert Einstein osservò che l’istruzione è quel che rimane dopo aver dimenticato le cose imparate a scuola. Il grande fisico intendeva dire che, più di ogni altra cosa, conta allenare la mente, coltivare la propria creatività. Soprattutto, che non deve essere la scuola ad insegnare direttamente competenze e specificità da impiegare nella vita. Le circostanze della vita sono troppo multiformi e imprevedibili per addestramenti specialistici. Non solo. Un individuo non è uno strumento passivo e la scuola dovrebbe contribuire alla crescita di personalità armoniose, non di specialisti. Le stesse scuole tecniche dovrebbero essere impegnate in ...
evoluzione
Un’autorità che regna, ma non governa
Per capire la posta in gioco del nuovo libro di Mauro Maldonato Quando decidiamo occorrerebbe leggere quel che, della sua ricerca, hanno detto di recente The American Journal of Psychiatry e British Journal of Psychology. Nella sua opera seconda di Orizzonti, la bella collana diretta da Flavio Fiorani, l’autore si tiene alla larga dai territori conosciuti. Si inoltra, invece, su sentieri ignoti. Per ritrovarsi, così, di fronte a relazioni inedite, solidarietà segrete tra i mondi della decisione, della libertà, della consapevolezza. Ma cosa ha visto, in particolare, l’autore? Ha visto che gran parte della vita della mente si svolge al di fuori della ...
Blue Mind …
Jung le chiamerebbe “relazioni acausali”. Giorni fa rileggevo “L’uomo e il mare” di Baudelaire e qualche attimo il mio sguardo cade su un libro che cattura subito la mia attenzione: Blue Mind di Wallace J. Nichols: (Macro Edizioni, presto nelle librerie italiane) intrigante studio sulle connessioni emotive, comportamentali, neurologiche, psicologiche e fisiche che abbiamo con l’acqua. Di questa relazione sappiamo molte cose. Ad esempio che miliardi di anni fa proprio l’acqua ospitò le prime forme di vita del nostro pianeta; che il nostro pianeta è una sfera azzurra la cui superficie è ricoperta, per circa il 70%, di acqua; che questa stessa proporzione ...
Neuropedagogia. Cervello, esperienza, apprendimento
Dal momento in cui nasciamo i sensi diventano le nostre finestre sul mondo. Suoni, odori, sapori, stimoli tattili e, più in generale, ogni esperienza sensoriale, lascia tracce, giorno per giorno, nell’intricata rete neuronale di cui è fatto il nostro cervello. All’inizio questa attività – che ci consente di dare un senso alla realtà – avviene in modo spontaneo e ci permette di riconoscere alcuni stimoli fondamentali: ad esempio, distinguiamo la voce materna da quella di un estraneo, un corpo umano in movimento da uno statico e così via. Ben presto le nostre capacità discriminative si affinano non solo grazie ai processi di maturazione cerebrale, ma ...
Perché i bambini piangono?
Mi capita spesso di ascoltare giovani madri perplesse e ansiose su quale sia il modo migliore di affrontare il pianto del proprio bambino. La loro ansia si placa rapidamente quando ricordo loro che, per i bambini, come per quasi tutti i mammiferi, il pianto è un dispositivo comportamentale di primaria importanza che, nella gran parte dei casi, ha la funzione di richiamare l’attenzione dell’adulto sulle sue esigenze fondamentali. Fin dalla nascita, infatti, il bambino è già in possesso di alcuni dispositivi biologico-adattativi che lo mettono in grado, entro certi limiti, di innescare sequenze comportamentali nei genitori naturali o negli individui ...
Interpretare le emozioni …
Charles Darwin lo si ricorda soprattutto per la teoria evoluzionistica che ha cambiato il nostro punto di vista sulla natura, non abbastanza per la sua fondamentale ricerca: L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali (1872). In questo studio il grande naturalista inglese descriveva espressioni mimiche e somatiche corrispondenti a stati emozionali diversi. Egli indicava le emozioni come fattori essenziali per la sopravvivenza delle specie, nel lungo e difficile adattamento a contesti ambientali difficili. In altri termini, l’espressione delle emozioni diveniva un elemento indispensabile al benessere del gruppo nei suoi bisogni di cooperare e ...
La “cassetta degli attrezzi” dell’evoluzione …
All’alba dell’umanità tremendi sconvolgimenti cambiarono il volto del pianeta e ogni forma di vita. Nella savana africana, in quella striscia di terra in cui iniziò il racconto dell’uomo, alcuni tra i nostri antenati scelsero di restare. Altri si spinsero sino agli angoli più remoti del pianeta: dagli altopiani dell’Asia alle tundre del Nord. I primi uomini ignoravano l’agricoltura, la scrittura, la politica. Parlavano un linguaggio di semplici suoni. Le parole arrivarono più tardi. Dovevano agire, più che altro. Ed essere veloci: veloci nel reagire all’aggressione di un predatore o nel guadagnare la via di fuga; veloci nel decidere se e come inseguire ...
Ripensare Piaget …
Per lungo tempo, gli psicologi hanno considerato lo sviluppo del ragionamento come un processo che evolve progressivamente verso le più elevate competenze logico-formali. In particolare, la capacità di calcolare la probabilità degli eventi era considerata decisiva per esprimere giudizi e prendere decisioni razionali. Jean Piaget è stato tra i primi ad indagare lo sviluppo del ragionamento probabilistico nei bambini, descrivendone i diversi stadi evolutivi del pensiero. Secondo lo psicologo svizzero, è nell’ultimo stadio, quello operatorio-formale (intorno agli 11 anni), che si manifesterebbero le espressioni più alte del pensiero ipotetico-deduttivo ...