Da una stanza ammobiliata in affitto nel cuore di Lisbona, Fernando Pessoa, impiegato di una piccola ditta di commercio, spedisce al mondo folgoranti anticipazioni su un tempo non ancora venuto. Del secolo al tramonto intuisce la deriva di un’epoca incapace di pensare se stessa. Nelle sue pagine e in tutte le pieghe del suo linguaggio risuonano gli echi di una scrittura che si rispecchia nell’esperienza interiore. Gli eteronimi del grande poeta lusitano (Alberto Caeiro, Riccardo Reis e Álvaro de Campos) sorgono dalle ceneri lasciate dalle superstizioni sull’unità dell’identità umana. Quel che era stato rimosso — la corporeità, le pulsioni, le ...
coraggio
Il sentimento della rivolta
Vi è un’idea sottilmente perversa tra i mali che affliggono la nostra vita civile e politica: l’idea secondo cui “il fine giustifica i mezzi”. Ho sempre chiesto a me stessa se la filosofia che la ispira non esalti i sentimenti più infimi e le passioni più meschine dell’uomo; se essa non assegni un ruolo sproporzionato all’arbitrio nelle vicende umane; se non descriva l’uomo come un misero essere rivolto solo all’appropriazione delle cose; se, infine, non cancelli ogni (incancellabile) senso più alto, anche trascendente, dell’azione umana. Naturalmente, non tocca a me discutere del pensatore fiorentino. Figuriamoci! Dico solo che senza riflettere in ...
Le ineffabili partiture dell’improvvisazione musicale
È da qualche settimana in libreria un bel libro di Francesco D’Errico, noto jazzista italiano e professore, dal titolo “Fuor di metafora: Sette osservazioni sull’improvvisazione musicale”. Si tratta di un libro profondo, acuto, sensibile, da cui traspare una solida preparazione tecnica (è professore di pianoforte jazz e armonia presso il Conservatorio G. Martucci di Salerno), ma anche una profonda cultura filosofica. Di solito si considera l’improvvisazione come un territorio esclusivo dei musicisti jazz. La sola parola evoca subito l’immagine di un sassofonista intento in un assolo in un fumoso club semilluminato, come ce lo mostrò anni fa Bernard ...
Il sale della terra
Un altro anno sta per lasciarci. Porta via con sé un carico insostenibile di angosce e di parole. Tante, troppe parole. Parole consunte, di cui facciamo fatica a riconoscere il significato. Come se il linguaggio non riuscisse più a farsi carico di una realtà lacerata, bucata. Come se ogni parola fosse ormai un residuale gesto fonologico, l’eco di un dramma che ci vede attori e spettatori incapaci di raccontare noi stessi. In questa indigenza di pensieri e parole, quasi niente riesce ad esprimere la realtà come è. Le cose non stanno più al loro posto, e il linguaggio non sa più raccontarle. Peggio: più il deserto si allarga, più orrida è la violenza che ...
Il coraggio di essere
È davvero singolare che la psicologia abbia trascurato così a lungo un sentimento come il coraggio. Difficile spiegarne la ragione. Forse per l’espandersi di discipline psicologiche sempre più disinteressate al vissuto umano. Forse perché il coraggio non è facilmente classificabile in uno degli ambiti classici della personalità. Forse perché è difficile ricondurre la sua natura ad un’unica matrice: affettiva, pulsionale, istintuale, cognitiva o altro ancora. Queste difficoltà, che riguardano la definizione del coraggio, spiegano anche perché in psicologia vi siano sul coraggio solo brevi note. Eppure, è da qui che bisogna ripensarlo. C’è da dire che ...